Tra i più amati del teatro nazionale, Enrico utilizza il paradosso della comicità per parlare del mondo odierno: automatizzazione e digitalizzazione sfrenata, azzeramento degli incontri reali per via dei cellulari. E ci aggiunge la pandemia, da cui non abbiamo imparato niente, fino a un mondo di cose a cui non ci si rassegna, ma che pare fatto apposta per farci qualche battuta sopra. Strizzando l’occhio al film “Una giornata di ordinaria follia” nasce così la più comprensibile riflessione: dei buoni antidoti per sopravvivere? A dirla tutta, meglio buttarla sull’ironico con intelligenza, proprio come Bertolino sa fare. Questo spettacolo è quasi un vademecum su come guardare con la lente del paradosso e della comicità a un panorama fatto di politicamente corretto, automatizzazione e digitalizzazione sfrenata, azzeramento dei rapporti umani. Tra sessantenni pluridivorziati e sempre irrisolti, tra esemplari di homo analogicus e homo digitalis in fila alle poste, ecco l’irresistibile ritratto di una generazione che non solo “ha perso”, ma che molto probabilmente si è anche “persa”.
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